giovedì 1 marzo 2012

OMAGGIO A LUCIO DALLA

La notizia l'ho appresa oggi nel modo più strano. Stavo correndo al parco e ho incontrato il mio edicolante. Ho tolto le cuffie del mio lettore MP3 per salutarlo e lui improvvisamente mi fa"Lo sai che è morto Lucio Dalla? Ha avuto in infarto!".

Rimango di sale, non me l'aspettavo proprio. Rimetto le cuffie ma sono ancora molto scosso. La mia mente ripercorre in un attimo le sue canzoni, almeno quelle che h anno colpito la mia immaginazione. Il mio MP3 continua a volermi far ascoltare la musica che io stesso avevo caricato ma non lo sto a sentire. Nella mia mente partono i violini di 4 marzo 1943, il ritornello di Piazza Grande, quello di Attenti al lupo, altri brani belli come "Canzone" e "Tu non mi basti mai" (pescati sempre a caso nella mia memoria) e tutte le canzoni che ho conosciuto nei film di Carlo Verdone. 
L'ultimo ricordo è l'inizio di quella che ho sempre considerato il capolavoro di Lucio Dalla: Disperato erotico stomp. 
Penso ad un mio amico che una quindicina di anni fa la accennava sempre alla chitarra e mi chiedeva, chissà perchè, di iniziarla e soprattutto di finirla. 
Sembrano considerazioni banali, da ragazzetto brufoloso di un tempo. In realtà oggi mi rendo conto di quanta ironia e leggerezza ci fosse in quel brano e in gran parte della produzione di Dalla. La leggerezza, però, che non è vuoto pneumatico  come in alcuni prodotti recenti della discografia italiana. Quella di Dalla era l'arte del grande poeta, capace di levigare i testi delle canzoni come una grande scultore farebbe con la pietra. Uno scavare nella parole che portava semplici storie ad essere dei veri e propri capolavori.
E poi mi tornano alla mente le perle di Dalla più nascoste. Chissà nella macchina dei miei quante volte avremo ascoltato l'album Dalla e Morandi  che avevamo comprato in cassetta e nel quale c'era una meravigliosa versione di "Chiedi chi erano i Beatles". 
Nonostante il dispiacere, sto ancora sorridendo al ricordo di queste canzoni di Lucio Dalla e lo immagino sereno in paradiso, magari subito dopo aver incontrato Luigi Tenco. 
Immagino Lucio che guarda Luigi da lontano, ha la tentazione di andare a  domandargli qualcosa di quella notte maledetta ma poi ci ripensa, gli sorride e gli dice: Luigi, ti va di suonare qualcosa insieme? 
In fondo lì dove si trovano ora le spiegazioni e le parole non servono a nulla e conta molto di più la musica.
Roberto Palumbo