lunedì 10 agosto 2015

SANREMO 2016: RIFLESSIONI A SEI MESI DALL'EVENTO

Credo che, per l'edizione  2016, ci si aspetti davvero troppo al Festival di Sanremo che, è bene non dimenticarlo, è pur sempre una gara di canzoni.

Compito ulteriore della kermesse, e del direttore artistico designato, sembra essere diventato addirittura quello di risollevare gli esangui conti  della discografia, che ha avuto capacità incredibili di auto affossare il proprio il frutto del loro lavoro. 
Non potrebbe essere altrimenti dato che le tre più importanti case discografiche hanno deciso di legare la scelta dei loro nuovi artisti a talent musicali di dubbia efficacia artistica e soprattutto discografica.

I dati pubblicati dai bravissimi colleghi di All music Italia lo scorso 17 luglio hanno mostrato dati davvero allarmanti, a parte Il Volo, Nek, Dear Jack e pochi altri.
CAPITOLO BIG: non è un mistero che grandi artisti (come Irene Grandi, negli anni '90 costantemente in cima alle classifiche) abbiamo avuto serie difficoltà a vendere un numero accettabile di copie. L'album della cantante toscana, di certo non privo di canzoni interessanti, è arrivato a poco più di 5000 copie vendite.
CAPITOLO GIOVANI: L'Asso Pigliatutto della kermesse 2015 (al secolo Giovanni Caccamo) ha superato di poco le 4200 copie, seguito da Amara che si è avvicinata alle 4000. Gli altri 6 govani non sono arrivati nemmeno lontanamente alle 2000.

Di certo questi dati, soprattutto quelle relative alle Nuove Proposte, non sono imputabili alla formula del Festival 2015 che ha portato i Giovani ad avere, di media, oltre 9 milioni di spettatori nel momento delle loro esibizioni in prima serata.

Come ricordano i colleghi di All Music Italia , il problema non è dato dal fatto che il pubblico non segue la trasmissione televisiva. Il fatto è che una certa fetta di pubblico (over 40/50) che qualche anno fa acquistava supporti fonografici, oggi non li cerca più e certamente non si converte alla musica liquida con facilità.
I ragazzi, quando decidono di acquistare un supporto, lo fanno seguendo gli idoli momentanei dei Talent (commercialmente funzionano solo di Amici di Maria De Filippi), altrimenti si limitano ad ascoltare la musica guardando il video su Youtube o , nella migliore delle ipotesi, abbonandosi a Spotify o Deezer.
Appare evidente che, anche se le canzoni ricevono una quota di denaro ogni tot di visualizzazioni, i guadagni non sono paragonabili né alle vendite di supporti né a quelli della musica liquida.

Le case discografiche sembrano poco interessate a rendere ancora appetibile una qualsiasi forma di supporto musicale. La fase di transizione, normale in momenti in cui si decide di accantonare un formato, è troppo lenta o del tutto assente.

Qualche giorno fa un articolo molto esteso pubblicato da Marco Molendini su "Il Messaggero" sottolineava la difficoltà di trovare i tormentoni per l'estate. Un fatto che oserei definire addirittura ovvio in un paese in cui mediocri direttori di rete hanno deciso che un Festival itinerante di canzoni costava troppo ed era fuori moda. 

Si può pretendere quindi di risollevare lo stato della musica italiana solo col Festival di Sanremo? Le case discografiche possono continuare a lungo questa incredibile tendenza al ribasso che da almeno 10 anni infesta la coltura musicale italiana, pop e non solo? 
Non credo.

Vedremo se, in questo senso, la  trasformazione della selezione finale di Sanremo Giovani in un talent show avrà gli effetti sperati. Anche se, come ha ricordato in più occasioni il collega Eddy Anselmi, l'idea non è del tutto nuova essendo stata già sperimentata nei Festival baudiani degli anni '90.
Nelle prossime settimane aggiorneremo le notizia riguardanti la selezione dei Giovani creata dalla commissione Rai, sia  quella dei laboratori di Area Sanremo, che inizieranno a Settembre.
Speriamo possano nascere nuovi talenti e che, soprattutto, i produttori abbiano messo in preventivo tempo (e denaro) per farli maturare e crescere come si deve.
Spesso il pubblico televisivo, dopo la grande abbuffata di passaggi nelle airplay radiofoniche, perde troppo presto il contatto con questi artisti (sia Big sia Giovani) ed è più facile dimenticare le loro proposte, anche se meritevoli.

Un'altra idea potrebbe prevedere la partecipazione dei cantanti coi loro nuovi singoli a trasmissioni Rai, in prima serata, durante la primavera l'estate successiva al Festival. 
E' così difficile e costoso per la Rai creare questi spazi?
Roberto Palumbo


Per approfondire:
http://www.allmusicitalia.it/

Per leggere il regolamento delle selezioni delle Nuove Proposte di Sanremo 2016

http://www.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-8f2d06f8-e012-4050-8dd5-2744ab440b28.html