domenica 4 febbraio 2018

LE SFIDE DEL FESTIVAL DI CLAUDIO BAGLIONI

Sanremo 2018 dovrà vincere e convincere.
 
Il primo aspetto contro cui dovrà lottare è senz'altro dovuto ai buonissimi dati di ascolto delle edizione ideate e condotte dal suo predecessore.
 
Le edizioni carlocontiane hanno ottenuto l'affetto del pubblico, superando spesso il 50 % di share.
 
Il mix di spettacolo (principalmente), buone canzoni (alcune), i nuovi personaggi creati (Francesco Gabbani, Ermal Meta), il ritorno in gara di Fiorella Mannoia dopo diversi anni, hanno creato nei confronti del presentatore toscano un affetto che non si riscontrava dai tempi felici di Pippo Baudo (per i Festival degli anni Ottanta e Novanta, principalmente).
 
Claudio Baglioni sta cercando un Festival di rottura, come è giusto che sia.

Artisticamente, le scelte sono state decisamente improntate, si perdoni il calembour, alla 'ricerca della ricerca'.
Alla resa radiofonica, il cantate romano sembra aver preferito una maggiore ricercatezza dei brani, nei suoni e nei testi.
 
Un Sanremo che, in qualche modo, riproporrà sicuramente parte della propria personalità artistica. Non a caso, in una della prime conferenze stampa nei mesi precedenti al Festival, aveva dichiarato che alcune canzoni in concorso avrebbe voluto scriverle lui.
 
L'altra sfida da vincere sarà quella della qualità dello spettacolo. I due conduttori (Hunziker e Favino) e dei molti ospiti italiani e stranieri (Fiorello, Laura Pausini, Sting), sembrano far propendere verso un varietà in cui la musica sarà declinata da punti di vista molto diversi.
 
Anche Baglioni ha promesso la musica al centro, come praticamente tutti i suoi predecessori.
Ogni volta che si fa questa promessa ci si riferisce (o ci si dovrebbe riferire) alle canzoni in gara.

Da Martedì sera vedremo se sarà l'ennesima promessa non mantenuta.
Roberto Palumbo

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